Cosa vuol dire amare
“Amore” è una di quelle parole persino abusate, ma su cui non c’è comune accordo né significato univoco. Per alcuni è sinonimo di passione, per altri di impegno, di bisogno, di altruismo, di attaccamento e dipendenza, di sacrificio…
In passato c’è anche stato chi ha ritenuto che Amore e Morte (“Eros” e “Thanatos” in greco) fossero collegati — ma io non sono d’accordo.
Ora, non pretendo certo di dettar legge su un argomento così fondamentale, antico e dibattuto. Probabilmente l’amore è una di quelle cose che non possono essere definite in modo definitivo e oggettivo. Almeno in parte esso è un fenomeno trascendente e, come tale, va oltre la nostra comprensione e giudizio razionale.
Ma siccome nel mio blog si parla anche di amore, ed esso è così prezioso nelle nostre vite (e indispensabile — a mio parere — per la nostra felicità), è utile definire meglio cosa intendo quando parlo di “amore”.
Amore come dono o amore romantico
Il sentimento di cui parlo in questo post è l'amore come dono, ben diverso da quello incentrato sul ricevere (tipico dell’amore passionale).
Comunemente, però, quando si parla di amore si pensa all’amore romantico, che può essere visto come un misto di dare e ricevere senza soluzione di continuità: gli innamorati sono completamente dediti sia a rendere felice l’altro, che a ricercare la propria personale felicità, e faticano a distinguere le due pulsioni.
L’amore romantico non è l’unico o il vero amore
Molti pensano che l’amore romantico sia l’unico “vero amore”, o che ne sia la forma più elevata, ma non è proprio così:
- Per buona parte della storia umana, l’amore romantico è stato considerato una specie di malattia. E’ solo nella seconda metà del XX secolo che i media l’hanno reso un fenomeno così popolare e pervasivo.
- Senza contare che l’amore romantico ci fa spesso fare cose stupide o malsane.
Con questo non voglio negare che abbia i suoi meriti; ma direi che non è il caso di idealizzarlo, né di confondere l’innamoramento con l’amore in sé.
Amore: l’altro al centro
Per come lo intendo io, l’amore è essenzialmente avere a cuore la felicità dell’altro. Quando amiamo qualcuno, il suo ben-essere è per noi importante quanto il nostro — o anche di più (ma non sempre e comunque*).
E’ il significato letterale del “voler bene”: ovvero, desidero il tuo bene, qualunque esso sia, anche a discapito del mio. E’ uno “stato di grazia” in cui il nostro naturale egoismo si acquieta e l’altro assume un posto centrale nei nostri pensieri. Quando accade, quello che era “Altro da Noi” non è più lontano ed estraneo, ma ci diventa prossimo, familiare, prezioso: ci sta a cuore, ci è caro, ce ne prendiamo cura.
* Anche quando amiamo l’altro, continuiamo ad avere bisogni nostri ed amor proprio: quindi una persona equilibrata che ama, metterà al primo posto il bene dell’altro alcune volte, ed il proprio altre volte.
Il mito dell’amore che mette sempre al primo posto la persona amata è idealistico e squillibrato, in quanto “dimentica” l’amor proprio (fondamentale nelle persone e relazioni sane). Anche l’esortazione del Vangelo “Ama il prossimo tuo come te stesso” richiede che esista un amore per se stessi.
L’amore è avere a cuore
la felicità dell’altro,
anche più della propria
Amore o bisogno?
Quando amiamo, ci comportiamo così anche se non ci porta alcun vantaggio diretto. Persino a nostro svantaggio.
Questa precisazione è importante, perché spesso è facile confondere l’amore con il bisogno. La differenza principale tra le due pulsioni è questa:
- Quando sono guidato dall’amore, l’obiettivo primario è il bene/felicità dell’amato (il mio interesse può diventare secondario, o a volte persino irrilevante).
L’amore ispira a dare. Il fine è altruistico. - Quando sono guidato dal bisogno, l’obiettivo primario è quello che io desidero (il mio interesse è rilevante, ed alla fine è ciò che conta).
Il bisogno spinge a volere, prendere e pretendere. Il fine è egoistico.
Certo, anche quando abbiamo bisogno di qualcuno, vogliamo che questi sia felice… ma vogliamo che lo sia con noi, e alle nostre condizioni. Difficilmente ci sta bene che sia felice per conto suo, o senza di noi: vogliamo possederlo.
Il bisogno pone sempre delle condizioni: “Ti amo a condizione che tu…”, mentre l’amore autentico è privo di condizioni: “Ti amo perché tu sei tu”.
Naturalmente, amore e bisogno spesso coesistono, ma restano comunque due pulsioni ben diverse.
Distinguere tra amore e bisogno
Qualcuno obietterà: ma a cosa serve distinguere tra amore e bisogno (o passione), se sono così spesso uniti? In effetti non è necessario finché va tutto bene; ma quando le cose vanno male (conflitti, abusi, separazioni…) diventa importante distinguerli:
- Voglio qualcosa per me stesso, oppure perché sono convito che sia bene anche per l’altro? (e nel secondo caso, come faccio a esserne certo?)
- Io o l’altro usiamo forse “l’amore” come copertura per i propri interessi, per manipolare il partner?
- L’altro sta approfittando del mio bisogno di lui a suo vantaggio, procurandomi un danno (abuso)? Se l’altro si giustifica dicendo che lo fa “per amore”, dev’essere chiaro che non è vero.
- In caso di separazione, se nutro risentimento verso chi mi ha lasciato è importante capire che lo faccio per ragioni egoistiche (mi è stato tolto ciò che mi era prezioso), e non perché amo l’altra persona.
- Quando siamo attaccati a qualcuno che non ci vuole, se capiamo che è per bisogno (e non per amore) ci è più facile staccarci.
Amore e bisogno
spesso coesistono,
ma restano pulsioni diverse
[…]
Leggi l’articolo completo sul blog Psicofelicità: “Cosa vuol dire amare”
Se quello che hai letto ti è piaciuto, clicca sulla mano che applaude qui sotto, grazie! :-)