Guadagniamo di meno o spendiamo di più? [aumento costo della vita]

Valter Psicofelicità
4 min readJun 8, 2020

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È opinione comune che il costo della vita sia aumentato notevolmente, rispetto a qualche decennio fa. O, in altri termini, che il potere d’acquisto dei salari sia fortemente diminuito.
Pur riconoscendo che in parte questo è realmente accaduto, mi sono chiesto quanto sia vero in termini oggettivamente matematici, e quanto invece sia una percezione dovuta all’aumento dei consumi.
Al giorno d’oggi esiste una vasta gamma di consumi, che 30 anni fa semplicemente non esistevano. Poiché la loro introduzione è stata progressiva, essi ci appaiono come parte integrale e scontata dei nostri stili di vita… ma, ugualmente, rappresentano un costo che prima non c’era (o era minore).

Una lunga lista di nuovi “bisogni”

Proviamo a pensare a tutti quegli acquisti, oggi pervasivi, che agli inizi degli anni ‘80 ancora non esistevano, o non facevano parte dello stile di vita comune… ma che oggi riteniamo bisogni più o meno irrinunciabili:

  • Cellulari e smartphone (in costante rinnovamento), e bisogno continuo di comunicare
  • Computer (e periferiche, accessori, programmi…)
  • Internet, e connessione sempre e ovunque (Wi-Fi, chiavette, computer portatili…)
  • L’invasione dei dispositivi mobili (iPad, iPhone e tutti gli altri…)
  • Televisori LED, 3D, 4K, sempre più grandi
  • Canali TV a pagamento, film e serie televisive “on demand”
  • DVD e Blu-Ray disc
  • Navigatori satellitari
  • Videogiochi e console
  • Climatizzatori
  • Automobili con airbag, ABS, ESP, catalizzatore, navigatore, predisposizioni audio… (tutte cose che rendono un’auto più complessa e costosa). Le auto sono diventate sempre più grandi, potenti e pesanti
  • Abiti firmati
  • Chirurgia estetica
  • Vacanze all’estero, settimane bianche, viaggi nei weekend
  • Scolarità prolungata dei figli
  • Corsi e attività extra-scolastiche per i figli
  • Accompagnare i figli a scuola e alle attività, quindi necessità di una seconda auto in famiglia
  • Fitness, diete, alimenti “speciali”
  • Cure, trattamenti ed esami sanitari recenti
  • Cambiamento nelle ambizioni abitative: c’è stata una forte tendenza verso le case fuori città (il che porta a più auto, più spese di trasporto, meno tempo…) o unifamiliari (mutuo più alto, maggiori spese…). Fino agli anni ’70 molti italiani vivevano ancora in case di ringhiera.

Oggi c’è una gamma di consumi
che 30 anni fa
non esistevano

Guadagnare 100 e spendere 120

Se in parte è vero che il potere d’acquisto è diminuito, quanta parte del reddito viene assorbita da questi “nuovi” consumi? Questa vasta gamma di bisogni indotti, quanto genera una “impressione di povertà”?
Se ieri guadagnavo 100 e spendevo 80, ed oggi guadagno ancora 100 ma voglio di più e spendo (o vorrei spendere) 120… ecco che mi sento più povero di ieri (anche se il mio stipendio è rimasto uguale).

Facciamo un conto veloce e per difetto (euro al mese, per famiglia):

  • Telefonia cellulare (acquisto, abbonamenti, ricariche) = 40–120
  • Computer (2, ogni 3 anni) = 40–60
  • Internet sempre connessa = 20–40
  • Pay TV = 20–40
  • DVD, videogiochi, media vari… = 40–100
  • Abbigliamento “di moda” = 40–120
  • Seconda auto = 80–120

Totale, da 280 a 600 euro al mese (considerando una famiglia a reddito medio-basso, ed una a medio-alto), solo per questi consumi “nuovi”! (che sono soltanto una parte dell’elenco precedente).

Ipnotizzati dai media

Questo fenomeno è in parte dovuto ai media e alla pubblicità, che contribuisce a farci sembrare “normale” un certo stile di vita (sofisticato, complesso e costoso), perché ci viene continuamente presentato davanti agli occhi. Un fenomeno ulteriormente accentuato dai social network, dove molti si sforzano di mostrarsi al meglio e sfoggiare una vita “al massimo” (che spesso non corrisponde al vero), stimolando sensazioni di tristezza, solitudine e inferiorità.

Da una parte ci si sente quindi “in diritto” di vivere in quel modo e, dall’altra, si tende a farlo per non sentirsi “inferiori” agli altri: una tendenza che, nel mondo anglosassone, è ben conosciuta ed ha anche un nome: “Keeping up with the Joneses”. Significa “Stare dietro ai signori Rossi”, e indica il bisogno di acquistare ed esibire per non sentirsi inferiori a chi abbiamo intorno. Negli USA è una patologia riconosciuta, nonché una conclamata causa di problemi economici di molte famiglie.

Sui social network
molti si sforzano
di mostrarsi al meglio

Consumi in rialzo, anche con l’economia in ribasso

Si potrebbe osservare che il miglioramento delle condizioni di vita e l’aumento dei consumi, fanno parte dell’evoluzione della società. E’ vero, ma questi ultimi decenni hanno visto un’espansione dei consumi rapida e straordinaria; i bisogni base della famiglia media inizio anni ’80 non erano molto diversi da quelli degli anni ’60: oltre alla casa, c’erano automobile, TV, frigorifero e lavatrice. Dopo di che c’è stata una continua accelerazione, specialmente nel settore tecnologico.
E’ vero che il costo della tecnologia è progressivamente diminuito, ma la quantità di oggetti tecnologici che riempiono la nostra vita è dilagata (e la loro vita media si è abbreviata).
Inoltre, mentre nel trentennio 1950–1980 l’aumento dei consumi si è accompagnato a una crescita economica, nel trentennio successivo (1980–2010) l’espansione dei consumi è continuata nonostante il progressivo declino dell’economia, a partire dagli anni ‘90.

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Written by Valter Psicofelicità

Mi occupo di crescita personale da 40 anni. Nel mio blog parlo di migliorare se stessi, la propria vita e le relazioni, per vivere meglio ed essere più felici.

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