Il rapporto con la realtà plasma il tuo mondo

Valter Psicofelicità
4 min readAug 2, 2019

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Riflettere sul rapporto che ognuno di noi ha con la realtà, il modo in cui la osserva e la interpreta, può sembrare un’attività filosofica o poco pratica… ma invece è estremamente pratica: la visione che abbiamo della realtà è vitale per quanto riguarda la nostra felicità e qualità della vita!

Questo rapporto influenza direttamente i nostri:

  • Risultati: avere una visione funzionale della situazione ci rende più efficaci.
  • Aspettative: quello che ci aspettiamo determina la nostra reazione agli eventi (e, quindi, soddisfazione e appagamento, piuttosto che frustrazione e insoddisfazione).
  • Stati d’animo: avere un rapporto sereno con la realtà ci infonde fiducia; viceversa, temere la realtà ci fa vivere nell’angoscia.

A questo punto alcuni potrebbero obiettare: “Ma la realtà è quello che è, va solo conosciuta”. Il problema è che noi non conosciamo la realtà (o la verità): abbiamo solo opinioni su di essa. Dai filosofi greci a Kant alla fisica quantistica, questo limite è stato ribadito più e più volte. I nostri sensi sono così ristretti, la nostra mente così limitata, a fronte di una realtà talmente vasta, intersecata e complessa, che possiamo farcene solo un’idea approssimativa.
Anche concetti che ci appaiono del tutto oggettivi e indiscutibili (il sole è caldo; l’acqua è bagnata; la materia è solida…), se osservati da un differente punto di vista, cambiano (visto da Plutone il sole è freddo; allo zero assoluto l’acqua è asciutta; a livello subatomico la materia è rarefatta…).

Gli eventi hanno il significato che diamo loro

Ecco perché l’opinione che abbiamo sulla realtà è un elemento fondamentale. Come è ben rappresentato nella storia del contadino e dei cavalli (vedi post “Tutto è relativo”), ogni evento può assumere significati diversi ed opposti, a seconda di come lo osserviamo. In effetti, si può ben dire che ogni evento è, in sé e per sé, neutro, ed è l’osservatore che gli attribuisce un qualche significato o valore. In altre parole, non esistono opinioni oggettive, ma solo interpretazioni; e le interpretazioni che diamo agli eventi plasmano direttamente il modo in cui percepiamo la vita.

Einstein ha affermato che “La più importante domanda che ci si può chiedere è se l’Universo sia un luogo amichevole”. Non tanto per trovare una risposta, quanto perché ritenere l’Universo amichevole oppure ostile, cambia radicalmente come ci approcciamo alla vita e agli altri.
E’ ormai ampiamente riconosciuto quel fenomeno psicologico chiamato “la profezia che si auto-realizza” (“Self-fulfilling Prophecy” in inglese), per cui le cose di cui siamo convinti tendono a manifestarsi. In pratica, se crediamo in qualcosa è più probabile che accadrà:

  • se credo di fallire, probabilmente fallirò: perché mi saboterò inconsciamente;
  • se credo di farcela, avrò più possibilità di riuscirci: perché sarò aperto alle opportunità e non mi scoraggerò per gli insuccessi.

Osserviamo alcuni preconcetti sulla realtà che, se creduti, possono provocare conseguenze problematiche:

  • La realtà (il mondo) è al nostro servizio (come individuo, o come specie umana)
  • Il bene e il male sono concetti oggettivi e assoluti
  • Diritti e giustizia sono dovuti

(Una precisazione doverosa: il discorso che sto facendo è a livello di realtà universale, non sociale e politica. Ovviamente, i diritti e la giustizia sono cardini della società civile. Il piano su cui li sto mettendo in discussione non è, quindi, quello sociale o personale, ma quello della realtà nel senso più ampio, “cosmico”, di cui gli umani sono solo una piccola componente. Anche la visione antropocentrica — che pone l’uomo come centro del Creato — è una interpretazione, che deforma il rapporto con la realtà).

La realtà (il mondo) è al nostro servizio?

Non esiste alcuna prova che sia così. Anzi, ce ne sono diverse a sfavore. Questa è un’antica illusione a cui piace credere, proprio come ogni bambino — in cuor suo — sogna di essere il figlio preferito dai genitori. In particolare, questa illusione è alimentata dalle religioni monoteistiche, che descrivono gli umani come creatura prediletta dal Creatore.
Consideriamo il Creato secondo le due grandi coordinate del Tempo e dello Spazio:

  • A livello temporale, gli umani esistono solo da 4 milioni di anni (un millesimo dell’esistenza del nostro pianeta), e come civiltà da circa 10.000 anni: in pratica, esistiamo da poche “ore” in senso cosmico, e siamo usciti da uno stato poco più che animale un battito di ciglia fa. L’Universo è esistito per miliardi di anni senza di noi, e continuerà ad esistere per altri miliardi dopo che saremo scomparsi.
  • A livello spaziale, esistiamo su un pianetino di una stella nana, in un angolo periferico di una fra (almeno) 100 miliardi di galassie: in pratica, siamo come una formichina su uno stelo d’erba, sperduto in un campo da calcio sterminato…

Da questa prospettiva, diventa inconcepibile pensare che tutto debba muoversi a nostro favore. Anzi, la nostra stessa esistenza ci appare quasi un benevolo miracolo.
Inoltre, va osservato che noi umani siamo soggetti alle stesse leggi di Natura di tutti gli altri esseri: siamo fragili, soffriamo e moriamo, esattamente come il topo e l’abete. La Natura non ci concede alcun privilegio (a meno di considerare come privilegio la nostra intelligenza, con cui spesso creiamo più danni che benefici).
Non c’è alcuna dimostrazione che siamo “speciali”, tranne i racconti che abbiamo inventato noi stessi.

Perché è un problema crederlo?

Perché se mi aspetto che la realtà sia al mio servizio, ogni volta che verrò smentito mi sentirò tradito e angosciato. Invece di riconoscere che la realtà fluisce secondo un suo disegno (di cui noi facciamo parte, senza esserne i protagonisti), avrò continuamente l’aspettativa (delusa) di ricevere trattamenti di favore.

[…]

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Written by Valter Psicofelicità

Mi occupo di crescita personale da 40 anni. Nel mio blog parlo di migliorare se stessi, la propria vita e le relazioni, per vivere meglio ed essere più felici.

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