10 regole per sposarsi: un test da fare prima del matrimonio

Valter Psicofelicità
5 min readNov 13, 2023

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Sposarsi è una scelta molto importante, che non andrebbe presa alla leggera. E’ vero che oggi divorziare è diventato relativamente facile (ed infatti accade in quasi la metà dei matrimoni), ma non è mai una passeggiata, quindi sarebbe meglio evitare di arrivarci. Anche se oggi il matrimonio ha perso parte della sacralità di un tempo, secondo me andrebbe comunque visto come un impegno “per la vita”: se ci si avvia al matrimonio avendo già dei dubbi, credo che sia meglio evitarlo (o quantomeno prendersi il tempo per chiarirsi le idee).

Per questo ho ritenuto utile compilare una lista di dieci domande da porsi prima di fare il “grande passo”: ponderare queste domande può aiutare a capire se stiamo per fare la scelta giusta, ma anche ispirare riflessioni utili a migliorare la relazione (oppure a metterla in discussione se è il caso).
Queste domande sono valide per entrambi i generi, salvo dove diversamente indicato. Tenete anche presente che in caso di separazione o divorzio, con le leggi attuali spesso l'uomo si ritrova in condizione di svantaggio.

Inoltre, le domande sul partner andrebbero rivolte anche a se stessi (per esempio “Sei capace di ammettere i tuoi errori?”). Ritrovarsi con un coniuge “sbagliato” è sicuramente drammatico, ma anche se siamo noi stessi quelli “sbagliati” la relazione sarà altrettanto problematica.

Il matrimonio aumenta i problemi, non li risolve

Infine, non cadete nell’illusione di credere che “Il matrimonio sistemerà tutto” (o l’equivalente “I figli aggiusteranno tutto”). La convivenza continua esaspera i problemi e i disaccordi, ed aggiunge impegni e stress. Quindi le incompatibilità e i conflitti che già da prima esistono non spariranno, anzi tenderanno a crescere. Potremmo dire che il matrimonio amplifica sia gli aspetti positivi della relazione che quelli negativi: è quindi bene soppesare in anticipo sia gli uni che gli altri.

Dieci domande da farsi prima del matrimonio

Questo genere di test può suonare poco romantico… ma pensate a quanto sarebbe romantico litigare la maggior parte del tempo, convivere con un coniuge che vi detesta, o ritrovarsi buttati fuori di casa (tutti rischi reali in un matrimonio mal riuscito). Come si suol dire, “Prevenire è meglio che curare”.

  1. Conosci davvero il tuo partner?
  2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?
  3. Il partner ti esprime apprezzamento e gratitudine? O vieni dato per scontato?
  4. Il partner è capace di ammettere gli errori e mettersi in discussione?
  5. Il partner è disponibile ai compromessi?
  6. Come va il sesso?
  7. Avete valori, interessi ed obiettivi in comune?
  8. C'è qualche pressione, ultimatum o fretta riguardo il matrimonio?
  9. La partner sembra più interessata alla cerimonia, o all’essere sposata, che alla vita insieme?
  10. Avete aspettative troppo elevate, idealistiche o irreali?

1. Conosci davvero il tuo partner?

Parrebbe ovvio che prima di sposare qualcuno dovremmo conoscerlo bene (questo include anche in ambito sessuale, vedi domanda 6). Ma frequentarsi da tempo può non bastare; anche se abbiamo passato insieme molti weekend o le vacanze, non è detto che conosciamo l’altro a fondo, con tutti i suoi difetti, i limiti ed i “lati oscuri” (che tutti hanno):

  • Tutti tendiamo a mostrare il nostro lato migliore, specialmente agli inizi, ed a nascondere gli aspetti “scomodi” di sé.
  • A volte le persone recitano una parte per farsi benvolere, o perché temono che altrimenti non verrebbero amate.
  • Certi aspetti della personalità possono rimanere nascosti (inconsci) anche alla persona stessa.
  • Nella fase iniziale dell’innamoramento tendiamo a idealizzare il partner e vederlo migliore di come sia. E’ solo in seguito che vediamo l’altro com’è realmente.

Solo nella convivenza quotidiana prolungata le persone si rivelano pienamente. Provate a convivere almeno per sei mesi prima del matrimonio: solo così verranno a galla le piccole manie, le fissazioni, le esigenze, quello che ci irrita, ed i “fantasmi” che normalmente teniamo nascosti. Saltare questa specie di “prova generale” rischia di farci ritrovare sposati con qualcuno che si rivela diverso da come credevamo, o con cui non siamo davvero compatibili.

Obiezioni e resistenze

Naturalmente il “test” della convivenza potrebbe spaventare qualcuno; specialmente se è insicuro (teme di non superarlo), oppure se è particolarmente attaccato all’idea del matrimonio (un partner che vuole sposarsi a tutti i costi, vedi domanda 9; una famiglia che fa pressioni, vedi domanda 8). Fate attenzione alle resistenze verso un test di questo tipo: a parte quelle ovvie di tipo religioso o tradizionalista, potrebbero indicare campanelli d’allarme o secondi fini.

2. Il partner ha dimostrato di amarti in concreto?

L'amore autentico è volere il bene e la felicità dell’amato, quindi non si limita a provare un sentimento ma lo trasforma in azione: ovvero compie azioni concrete che soddisfano i bisogni del partner, e lo fanno sentire appagato e felice.
Non tutti però hanno questa capacità. Dire a qualcuno che lo amiamo o che teniamo a lui non costa nulla, ma è più difficile dimostrarlo in pratica: perché richiede impegno, fatica ed a volte anche sacrificio. Nonché la capacità di “riconoscere” l’altro come individuo (invece alcuni sono fermi a uno stadio “infantile” di maturazione, per cui sanno solo vedere se stessi ed i propri bisogni).

Se siamo in una coppia dove uno dei due parla molto di amore, ma raramente lo mette in pratica, potremmo avvertire un senso di malessere o mancanza che non sappiamo spiegarci. Il partner dice di amarci e noi ci crediamo ma, al tempo stesso, magari:

  • I nostri bisogni vengono trascurati o svalutati.
  • Le nostre richieste vengono ignorate o respinte.
  • Non ci sentiamo ascoltati o considerati.
  • Oppure veniamo spesso sminuiti o criticati.

Se questo accade con una certa frequenza, è ovvio che non siamo realmente amati da quella persona (oppure lo siamo in modo incompleto o immaturo), a dispetto di quanti “Ti amo” riceviamo. Esempi tipici sono:

  • (uomo) La sessualità viene trascurata, gli approcci di lui respinti, il bisogno di contatto fisico negato.
  • (donna) Lui non la ascolta, non è interessato ad attività insieme, è emotivamente freddo o distante.
  • (tutti) Quello che facciamo non viene apprezzato, non riceviamo complimenti, i bisogni del partner vengono abitualmente anteposti ai nostri, il partner usa due pesi e due misure (quello che lo riguarda è importante, quello che riguarda noi viene messo in secondo piano o ignorato), i nostri hobby vengono svalutati od ostacolati, veniamo isolati dagli amici o dalla famiglia.

Come detto, l’amore autentico si trasforma in azione; altrimenti non è amore ma forse semplice infatuazione, oppure attaccamento o dipendenza (che sono cose diverse dall’amore). Se il partner ci dice “Ti amo tanto, sposiamoci!” ma noi non proviamo lo stesso entusiasmo perché avvertiamo un senso di vuoto o insoddisfazione, magari il motivo è che non ci sentiamo amati veramente.
Se riconosciamo alcuni dei segnali indicati sopra, pensiamoci bene prima di fare una scelta definitiva. Potremmo parlarne col partner per vedere se riconosce i suoi limiti e si impegna a superarli (vedi domanda 4 e 5). Un certo egoismo è naturale ed umano, ma una tendenza a mettersi sempre al primo posto e trascurare il partner diverrà sempre più marcata col tempo.

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Written by Valter Psicofelicità

Mi occupo di crescita personale da 40 anni. Nel mio blog parlo di migliorare se stessi, la propria vita e le relazioni, per vivere meglio ed essere più felici.

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