Uomini e donne si giudicano a vicenda
A tutti dà fastidio sentirsi giudicati, ma tutti tendiamo a giudicare. E’ quindi utile capire l’origine ed il senso dei giudizi, specialmente in ambito relazionale e sentimentale. Nella prima parte esaminerò il giudicare in generale, mentre nella seconda — più approfondita — vedremo i giudizi nelle relazioni uomo-donna.
Giudicare è naturale
Anche se sarebbe bello vivere in un mondo senza giudizi, la tendenza a giudicare è del tutto naturale (per le ragioni che vedremo). Poi, a seconda del livello di maturità, solidità e forza interiore di ciascuno, alcuni giudicano meno ed altri sparano giudizi in continuazione (curiosamente, questi ultimi sono anche quelli che peggio reagiscono quando vengono a loro volta giudicati — atteggiamento tipico delle persone negative).
Perciò credere che “Non dovremmo mai giudicare” è un idealismo che si scontra con la realtà (e chi si scontra con la realtà perde inevitabilmente, e magari si fa pure male). Possiamo certamente imparare a limitare e stemperare i nostri giudizi, oppure ad esprimerli in modo più civile; ma volerli eliminare porta solo a reprimerli (il che crea tensioni e conflitti interni, può alimentare le nevrosi, e comunque le emozioni che “chiudiamo fuori dalla porta” poi rientrano dalla finestra).
Perché giudichiamo
In pratica, i giudizi sono una “valutazione” istintiva che la nostra mente fa della realtà, per aiutarci a distinguere tra elementi dannosi o benefici (i giudizi possono essere anche positivi). E’ un meccanismo euristico (impreciso ma rapido*) che ha una funzione evoluzionistica (ci aiuta a sopravvivere e fare scelte).
* Vedi il concetto di “pensiero veloce” descritto da Daniel Kahneman nel libro “Pensieri lenti e veloci”.
Quindi giudicare svolge diverse funzioni utili:
- Protezione — Il giudizio ci suggerisce di evitare persone di cui non fidarsi, o situazioni pericolose: “Mhh, Tizio non mi ispira, meglio stare in guardia”, “Questa zona sembra abitata da brutta gente, andiamocene”.
- Selezione — Anche in assenza di minacce eclatanti, il giudizio ci porta ad evitare persone non adatte a noi, o ad andare incontro a quelle compatibili: “Caio mi sta antipatico”, “Sempronio è proprio una bella persona”.
- Difesa dell’ego — Quando qualcosa ci colpisce o ci addolora, giudicarlo negativamente ci aiuta a sentirci meno feriti: “Tizio mi ha rifiutato, ma tanto non è nemmeno intelligente” (è il meccanismo difensivo descritto nella fiaba “La volpe e l’uva”). Oppure, siamo tentati di sminuire chi vediamo come superiore a noi, per minimizzare la frustrazione del sentirci inferiori (specialmente se abbiamo un’autostima fragile).
- Appartenenza ad un gruppo (od esclusione) — A volte estendiamo i giudizi ad un intero gruppo (per svalutarlo), oppure anche a quello di cui facciamo parte (per esaltarlo): “I meridionali sono pigri”, “I genovesi sono tirchi”, “Gli uomini / Le donne sono…”. Oltre ad una funzione difensiva, il giudizio di gruppo può fornire un senso di appartenenza (quando l’Io è debole, spesso si appoggia ad un Noi più grande), alimentare una mentalità “tribale” (Noi contro di Loro), giustificare i propri pregiudizi, o nutrire il proprio ego (“Noi siamo quelli buoni / giusti”).
Queste valutazioni istintive sono specialmente usate quando dobbiamo decidere in modo rapido, o manchiamo di informazioni più approfondite.
I giudizi sono
una valutazione istintiva
della realtà
Giudizi nelle relazioni uomo-donna
I giudizi assumono particolare rilevanza nelle relazioni fra i due sessi, per via dell’importanza che attribuiamo al sesso opposto (anche se oggi è quasi di moda negarlo, l’opinione degli individui di genere opposto è direttamente connessa al senso del proprio valore e di quanto ci sentiamo amati o degni d’amore).
E’ per questa ragione che, di solito, siamo particolarmente suscettibili a questi giudizi, soprattutto quando espressi da persone che ci piacciono o troviamo attraenti: un giudizio negativo, un rifiuto esplicito o un gesto di disprezzo da questo tipo di persone tendiamo ad interpretarlo come “Vali ben poco; non sei all’altezza di essere mio/a partner; non verrai mai amato/a da una persona come me”. Ciò può essere devastante, specialmente per chi ha già una bassa autostima.
Questo tipo di esperienze ci segnano, e possono portarci a credere che il sesso opposto sia particolarmente crudele od incline a giudicare ferocemente (perché, in quanto eterosessuali, non conosciamo l’esperienza di corteggiare il nostro genere, ma solo quello opposto; e perché è il loro giudizio che ci colpisce oltremodo). Ma, in realtà, sia uomini che donne si giudicano a vicenda, ed entrambi possono farlo in modo insensibile od impietoso. Come amo ripetere “Non c’è un genere buono ed uno cattivo; siamo tutti umani e, come tali, imperfetti”.
(sottolineo questo per incoraggiare le persone a non cadere nel triste e deleterio fenomeno della “guerra tra i sessi”)
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