La vita è darwiniana: il più adatto vince, il meno adatto stenta o muore
Per agire in modo efficace nella vita, ottenere i risultati desiderati, e creare la propria felicità, è importante capire i princìpi che regolano l’esistenza (come “funziona” davvero la vita), al di là di ideali, tradizioni o concetti morali teorici. Altrimenti “giocheremo” secondo regole infondate, rischiando spesso di “perdere” senza capirne il motivo.
In poche parole la vita è meritocratica, cioè premia le persone più efficaci e dotate; ma “dotate” non necessariamente secondo criteri umani e morali, bensì in termini funzionali. Cioè, una persona disprezzabile ma ricca di abilità riuscirà nella vita più di una brava persona con scarse abilità; alla fine, i fatti contano più delle intenzioni.
Essenzialmente, la vita funziona in modo “darwiniano”, ovvero segue il concetto di “sopravvivenza (o successo) del più adatto” (vedi “Survival of the fittest”). In altri termini, l’esistenza non è “giusta” o “equa”, perché giustizia ed equità sono invenzioni umane, che non esistono in Natura. Per usare un esempio famoso, pensiamo al leone che insegue la gazzella: sia che la gazzella venga uccisa e mangiata, sia che sfugga ed il leone muoia di fame, nessuna opzione è giusta o equa. Certo possiamo schierarci in base alle nostre simpatie, ma nello stato di Natura non ha senso ragionare in termini di giustizia, diritti o equità: il leone non ha il “diritto” di mangiare la gazzella, né la gazzella ha il “diritto” di salvarsi. E ugualmente la vita non fa preferenze: il più adatto (in senso funzionale — in questo caso veloce, agile, scaltro) raggiunge il suo scopo.
E’ per questa ragione che certe specie che a noi appaiono disprezzabili, come topi o scarafaggi, sopravvivono quasi a tutto; mentre altre che riterremmo ben più degne, si sono estinte. Ed è sempre per la stessa ragione che a volte siamo attratti da persone distruttive o inadatte a noi, mentre persone ammirabili non ci suscitano alcun interesse sentimentale; il “gioco dell’attrazione” è guidato dalle leggi naturali di riproduzione (siamo attratti da persone con cui potremmo procreare figli sani), non da criteri morali o di compatibilità psicologica (poi ovviamente entrano in gioco anche altri fattori; qui mi riferisco all’attrazione erotica, immediata e istintiva).
Non esistono diritti in Natura
A volte si parla di “diritti naturali”, ed il significato giuridico di “diritti che sono propri di ogni essere umano per nascita” è sicuramente una grande conquista sociale. Ma secondo me l’espressione è fuorviante, poiché la Natura non ci riconosce alcun “diritto” (inteso come “cosa che ci è dovuta”):
- Un uomo che sta affogando non ha un “diritto” a vivere: il mare non ascolterà certo le sue invocazioni. Si salverà solo se avrà sufficienti abilità natatorie.
- Le persone non hanno “diritto alla salute”: la manterranno solo prendendosene cura attivamente (e comunque salvo problemi genetici e di invecchiamento).
- Non abbiamo il “diritto” di essere amati — anche perché vorrebbe dire che qualcuno avrebbe il “dovere” di amarci, e a chi mai spetterebbe questo obbligo? La Natura non offre alcuna garanzia in amore: basti vedere la moltitudine di persone che si innamorano di partner sbagliati, o senza essere ricambiate.
Possiamo portare amore nelle nostre vite quando sviluppiamo certe capacità: di amare noi stessi; di scegliere partner in sintonia con noi; di creare relazioni costruttive. - Né abbiamo il “diritto” di essere felici: chi si aspetta che il mondo lo renda felice, coltiva una illusione infantile. Anche qui, avremo la felicità desiderata solo sviluppando le abilità necessarie a realizzare i nostri sogni.
Preciso che non sto parlando di diritti legali o sociali (che sono tutt’altro argomento), né della solidarietà umana (sempre auspicabile), ma solo dell’esistenza in sé, che segue le leggi naturali.
Le religioni si sbagliano?
Mi rendo conto che questa visione dell’esistenza va contro agli insegnamenti di molte religioni, specialmente quelle monoteistiche (che sostengono l’idea di un Dio amorevole, giusto e che governa le vite degli umani). Ma allora chi ha ragione? Poiché non ho la presunzione di sapere tutto, vi invito a decidere per voi: osservate come funziona l’esistenza, e fate caso se conferma la visione religiosa, oppure quella che ho esposto qui. Siate voi i giudici.
Anche se quanto espongo qui vi sembra reale, e la vita appare davvero “darwiniana”, non vuol dire che Dio non esiste; ma che, magari, è diverso da quello che crediamo, o che ci hanno raccontato.
Molte aspettative, pochi risultati
Tutto questo spiega perché spesso ci ritroviamo confusi e/o delusi, quando ci comportiamo “bene” ma poi non otteniamo i risultati attesi. Per esempio quando:
- Mi sacrifico per fare tutti contenti, ma poi invece di raccogliere gratitudine vengo ignorato o dato per scontato.
- Lavoro duro per l’azienda, ma poi altri fanno più carriera di me.
- Con le donne mi comporto da “bravo ragazzo” educato e rispettoso, ma poi vengo visto solo come amico ed altri maschi (per nulla “bravi”) risultano molto più attraenti.
Quindi, se non riesci ad ottenere quello che vorresti, è inutile dare la colpa al mondo. Piuttosto, bisogna capire cosa funziona e cosa no, e invece di pretendere la felicità come se fosse un diritto, imparare a costruirla con le proprie capacità.
[…]
Leggi l’articolo completo sul blog Psicofelicità: “La vita è darwiniana: il più adatto vince, il meno adatto stenta o muore”
Se quello che hai letto ti è piaciuto, clicca sulla mano che applaude qui sotto, grazie! :-)